Maia Harima project

Intervista a Maia Harima, giovane designer finalista della 13a edizione di Feel The Contest

Incontriamo la giovane designer Maia Harima, che ha partecipato all’edizione di Feel the Contest in occasione di Pitti Filati 91, utilizzando per i suoi look i filati per maglieria Filidea della collezione AI 2023/24.

Buongiorno Maia, raccontaci qualcosa di te e del percorso che ti ha portata a diventare una designer.

Fin da bambina mi piaceva dedicarmi a vari tipi di attività artigianali: creare gioielli, lavorare a maglia, ricamare, modellare la ceramica. Quando ho finito le scuole superiori ero in dubbio se diventare una designer di moda o una grafica.
Ho studiato all’Università di Buenos Aires, dove anno dopo anno mi sono sentita più coinvolta nel percorso di studi. Mi sono laureata nel 2019 e sono stata scelta per presentare la mia collezione alla Buenos Aires Fashion Week AW2020.
Poi ho deciso di aprirmi a una nuova sfida in Giappone, dove nel 2021 ho iniziato il master in Fashion Technology, alla Bunka Fashion Graduate University.

Presentaci i look che hai creato per Feel the Contest.

Per il concorso ho utilizzato le tecniche che avevo approfondito durante il master. Ho creato dei capi composti da quadrati, con pezzi lavorati a mano o a macchina secondo varie tecniche.
I quadrati sono stati lavorati a maglia con una macchina Stoll Jacquard, e per alcuni pezzi, che poi ho rifinito con un ricamo manuale, ho utilizzato una macchina SHIMA SEIKI’s WHOLEGARMENT.
L’ispirazione proviene da un mio disegno basato su un collage di Buenos Aires. Volevo ricordare i tempi in cui vivevo lì e guardavo le strade piene di alberi.
Ho scelto due colori principali: verde per rappresentare la natura e viola per la jacaranda.

I filati Filidea che tipo di fonte di ispirazione sono stati? Ti trovi in sintonia con i valori di sostenibilità e predilezione per le fibre naturali del brand?

Fin dall’inizio del concorso avevo deciso di realizzare i capi con filati biodegradabili. Filidea mi ha aiutato mettendomi a disposizione filati di alta qualità, con una definizione di colore molto bella. Ho usato Woolcot per i pezzi monocromatici in lana e cotone, mentre per i quadrati colorati ho utilizzato Scott, un filo a base di Bemberg™ Cupro e lana merino Extrafine chlorine free.

Nella fase di progettazione e creazione dei punti maglia c’è un filato che hai apprezzato particolarmente per la sua resa?

Sia Woolcot che Scott mi hanno piacevolmente sorpresa nella fase di smacchinatura dei capi. Woolcot è stato lavorato seamless sulla macchina jacquard, creando un tessuto in maglia compatto e molto morbido al tatto. Scott, pur essendo un filo molto sottile, si è prestato bene per la lavorazione su una macchina Shima Seiki da 12 g, originando un tessuto fine e traslucido.

Quali sono le sfide e gli orizzonti di una designer di maglieria oggi?

Penso che la sfida principale sia la ricerca di materiali nobili, con un basso impatto ambientale, che possano sostituire i materiali man made che spesso venivano preferiti.
Il mio obiettivo personale è quello di sviluppare un brand in cui ogni azione e decisione siano consapevoli. So che comporterà una grande ricerca e una sfida economica per trovare materiali e metodi di produzione etici.